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Europa dell'Est: produzioni e mercati da tenere d'occhio




Nel corso degli ultimi anni, l'interesse degli operatori e professionisti del vino, nonchè degli appassionati si è rivolto con crescente curiosità verso i vini prodotti in Europa centrale e orientale. 

Paesi come Ungheria, Slovenia, Croazia, Georgia, e Moldavia stanno emergendo nel panorama enologico globale, grazie a una combinazione vincente di tradizioni millenarie, vitigni autoctoni, tecniche moderne di vinificazione, e strategie di marketing innovative. 

L'espansione del mercato e la maggiore presenza a fiere internazionali come ProWein e Vinitaly testimoniano il loro crescente successo.


Nel suo recente articolo sul Financial Times, Jancis Robinson ha dedicato ampio spazio ai vini prodotti in paesi come Ungheria, Slovenia, e Georgia, lodando in particolare la qualità dei vitigni autoctoni e l'innovazione nelle tecniche di vinificazione. La sua visione riflette quanto siano crescenti l'attenzione e rispetto generali per queste regioni vinicole emergenti.


PERCHE' SI GUARDA AD EST?


Ritorno alle radici con un tocco contemporaneo

Oltre al rinnovato interesse per le tecniche tradizionali, come l'uso delle qvevri in Georgia (i qvevri o kvevri sono grandi anfore di argilla utilizzate per la fermentazione, l'invecchiamento e la conservazione del vino, tipiche della tradizione vinicola georgiana),  molti produttori stanno sperimentando l'uso di anfore in argilla e tini di legno in altre regioni, come la Slovenia e la Croazia, per enfatizzare l'identità territoriale dei loro vini. 


Secondo l’Agenzia Nazionale del Vino della Georgia, il successo dei vini georgiani nei mercati internazionali, come quello statunitense, ha portato nel 2023 a un aumento dell'esportazione del 35% rispetto all'anno precedente


Vitigni autoctoni che catturano l'attenzione

I vitigni autoctoni come Furmint (Ungheria), Ribolla Gialla (Slovenia), e Plavac Mali (Croazia) sono sempre più valorizzati nei mercati globali. Sono vitigni che non solo offrono profili aromatici distinti, ma rappresentano anche un'alternativa unica ai palati internazionali, sempre più desiderosi di diversificare le proprie esperienze enologiche. Il riconoscimento recente del Furmint come uno dei migliori vini dolci al mondo da parte di critici come Jancis Robinson ne è un esempio chiave.


Innovazione e qualità crescente

Le tecniche di vinificazione moderne, come la fermentazione spontanea e l'uso di lieviti indigeni, stanno migliorando la qualità dei vini dell'Est. L'inserimento dei vini croati e sloveni nella lista dei “Top 100” di Wine Spectator è un chiaro segnale del loro aumento di qualità e riconoscimento internazionale.


Prezzi competitivi e accessibilità

Il valore di alcuni vini dell’Est  è spesso eccezionale rispetto a quelli di regioni più conosciute. Secondo un report di Wine Intelligence del 2023, la crescente popolarità dei vini dell'Europa orientale è attribuita non solo alla qualità ma anche ai prezzi competitivi, che li rendono particolarmente attraenti per i consumatori giovani e attenti al budget.


Sostenibilità e biodiversità come valori aggiunti

L’adozione di pratiche sostenibili non è solo una tendenza, ma una necessità per molti produttori dell'Europa orientale. Ad esempio, nel 2024, la Moldavia ha avviato un progetto nazionale di viticoltura biologica che mira a certificare almeno il 25% delle sue cantine nei prossimi cinque anni, rendendo i vini di queste aree particolarmente attraenti per un pubblico internazionale sempre più sensibile alle questioni ambientali.


 

REGIONI E VINI DA TENERE D'OCCHIO


Ungheria: oltre al celebre Tokaji, i vini rossi come quelli prodotti con Kékfrankos e Kadarka stanno attirando interesse per la loro capacità di invecchiamento e il loro carattere distintivo. Recentemente, il Kékfrankos è stato selezionato per i wine lists di alcuni dei ristoranti stellati Michelin di Londra, tra questi, il Trivet, noto per avere una delle migliori carte dei vini della città che ha incluso una selezione di vini esotici e diversificati che comprende anche varietà meno conosciute come il Kékfrankos. Il ristorante è guidato da Isa Bal, vincitore del premio Sommelier Michelin



Slovenia: conosciuta per i suoi vini bianchi da Ribolla Gialla e i "orange wines", la Slovenia è diventata un punto di riferimento per i vini naturali. I viticoltori sloveni, non potendo contare su una grande affluenza turistica, devono impegnarsi maggiormente per promuovere i loro vini, puntando così a produrre vini di qualità adatti all'esportazione.



Georgia: la Georgia continua a essere celebrata per i suoi vini rossi (Saperavi) e bianchi (Rkatsiteli), ma sta anche espandendo la propria presenza nelle fiere vinicole internazionali. Di recente, la Georgia ha avviato i negoziati per accordi di partenariato con Giappone e Corea del Sud, ampliando significativamente il suo mercato di esportazione.



Croazia: Il Plavac Mali lungo la costa e i vini minerali da Grasevina e Malvasia nell'entroterra stanno diventando sinonimo di qualità. Il successo di cantine come  nei concorsi enologici internazionali ha rafforzato la posizione della Croazia come produttrice di vini di alta qualità. Il vino "Ernest Tolj Dingač 2019" della cantina Saints Hills ha ottenuto 99 punti su 100 dalla prestigiosa rivista Wine Enthusiast, diventando il vino croato più votato della storia.




Moldavia: la Moldavia, con la sua tradizione vinicola millenaria, è ora riconosciuta come uno dei produttori di vini emergenti più promettenti d'Europa. Nel 2023, la Moldavia è stata ospite d'onore al festival internazionale del vino di Berlino, portando a un aumento significativo delle esportazioni verso la Germania ed altri paesi europei, in particolare, nei primi sette mesi del 2023, le esportazioni di vino dalla Moldavia sono aumentate del 34% rispetto allo stesso periodo del 2022, con una crescita in volume e valore grazie a una maggiore domanda internazionale e al riconoscimento della qualità dei vini moldavi



 

L'affermazione dei vini dell'Europa centrale e orientale sta portando nuove dinamiche nel panorama vinicolo internazionale, specialmente per i produttori italiani.

In un mercato sempre più aperto alla scoperta di nuovi terroir e vitigni, tutto indica che l'Italia si trova di fronte a una nuova crescente competizione. 

Non è solo questione di volumi, ma anche di valore.

I consumatori a livello mondiale sono sempre più attratti da prodotti che offrono qualità percepita, autenticità, una storia distintiva e un rapporto qualità-prezzo competitivo e produttori di paesi come Ungheria, Slovenia, Croazia, Georgia e Moldavia stanno velocemente capitalizzando su questo tipo di tendenze, proponendo vini che rappresentano al meglio le loro identità regionali e culturali.


Per affrontare queste nuove dinamiche, è fondamentale per l'Italia riuscire ad adottare approcci uniti e coordinati basati su consapevolezza, pianificazione e azione

  • Consapevolezza delle nuove tendenze di mercato e delle aspettative dei consumatori

  • Pianificazione nella valorizzazione dei propri vitigni autoctoni, tecniche tradizionali e pratiche sostenibili;

  • Azione attraverso strategie di promozione e comunicazione mirate che raccontino l'unicità e la qualità dei vini italiani in modo efficace e coinvolgente.

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