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Quando il Vino incontra la Mixology



Il mondo della mixology, con la sua costante evoluzione e sperimentazione, ha sempre cercato nuovi modi per sorprendere ed entusiasmare.

Parallelamente, il vino ha mantenuto la sua posizione come bevanda di prestigio, apprezzata per la sua complessità e la ricchezza delle sue sfumature. 

Negli ultimi anni, stiamo assistendo ad un’interessante incontro dei due mondi: la mixology ha iniziato a integrare il vino nei suoi cocktail, creando nuove e inaspettate esperienze sensoriali. 



L'integrazione del vino nella mixology rappresenta un approccio innovativo che sta guadagnando sempre più popolarità. Il vino, con le sue diverse varietà e le sue note aromatiche, offre una gamma di possibilità che possono elevare un cocktail a un livello superiore e fuori dalle righe. I bartender stanno sempre più sperimentando con vini fermi, spumanti o fortificati come lo Sherry o il Porto, per aggiungere profondità, complessità e un tocco di eleganza ai loro drink.


Una delle sfide principali è trovare l’equilibrio perfetto tra lo spirito e il vino, senza che uno sovrasti l’altro. La chiave è comprendere le caratteristiche organolettiche di ciascun vino e come queste possano interagire con gli altri ingredienti del cocktail. Ad esempio, un vino bianco secco come un Sauvignon Blanc può essere utilizzato per aggiungere freschezza e acidità, mentre un vino rosso corposo come un Cabernet Sauvignon può fornire struttura e tannini. L’abilità del bartender sta nel saper dosare correttamente tutti questi elementi per creare un drink armonioso e bilanciato.


Un altro punto di unione tra mixology e vino è la rivisitazione dei cocktail classici. Molti bartender stanno esplorando varianti dei cocktail tradizionali utilizzando il vino come ingrediente chiave. Ad esempio, il classico Negroni può essere rivisitato sostituendo il vermouth rosso con un vino rosso dolce o un Amarone, creando una versione più rotonda e complessa. Allo stesso modo, un French 75, tipicamente preparato con gin, limone e Champagne, può essere personalizzato usando diversi tipi di spumante per ottenere un profilo aromatico unico.



L'utilizzo del vino non si limita soltanto ad aggiungere note aromatiche, ma può diventare l'ingrediente principale del cocktail, un approccio meno comune ma estremamente affascinante che e rappresenta una nuova frontiera della mixology. Creare un cocktail dove il vino è il protagonista richiede una profonda conoscenza sia del vino che della mixology. Si tratta di una sfida che molti bartender sono pronti a raccogliere, sperimentando con riduzioni di vino, infusi, e altre tecniche avanzate per esaltare le qualità del vino nel cocktail.




Le tecniche avanzate come la riduzione del vino, l'infusione e l'affumicatura stanno diventando sempre più comuni nel mondo della mixology. Una riduzione di vino, ad esempio, può concentrare i sapori e aggiungere una nota dolce e ricca a un cocktail. Infusi di vino con erbe, spezie o frutta permettono di personalizzare ulteriormente il profilo aromatico di un drink, mentre l'affumicatura può aggiungere complessità e profondità.



La scelta del vino giusto è cruciale per il successo di un cocktail a base di vino. I bartender devono collaborare con sommelier o avere una buona conoscenza dei vini per selezionare quelli che meglio si adattano al loro cocktail. Ogni vino ha un profilo aromatico unico, che può essere esaltato o mitigato dagli altri ingredienti del cocktail. Ad esempio, un vino bianco aromatico come un Gewürztraminer può aggiungere note floreali e fruttate, mentre un rosé leggero può offrire freschezza e un colore attraente.



Un altro aspetto importante della fusione tra mixology e vino è l'educazione del cliente. Molte persone non sono consapevoli delle potenzialità del vino nei cocktail e potrebbe essere necessario un certo grado di educazione e coinvolgimento per far apprezzare queste nuove creazioni. Offrire degustazioni guidate, spiegare le scelte degli ingredienti e raccontare la storia dietro ogni cocktail può arricchire l’esperienza del cliente e fidelizzarlo. In questo contesto, la narrazione diventa uno strumento potente: raccontare la storia di un vino, la sua provenienza, e come si lega agli altri ingredienti del cocktail, può trasformare una semplice bevanda in un’esperienza memorabile.


 

LA RICETTA...


Ed ecco, per esempio,  come il vino può trasformarsi in un ingrediente chiave nella mixology, con una ricetta che combina la profondità di un vino rosso corposo con la freschezza vivace dei migliori ingredienti della mixology.



ROSSO MEDITERRANEO

Ingredienti:

  • 60 ml di vino rosso corposo (es. Chianti Classico o Syrah)

  • 30 ml di gin secco

  • 15 ml di succo di limone fresco

  • 15 ml di sciroppo di miele (miele diluito in parti uguali con acqua calda)

  • 2 rametti di rosmarino fresco

  • Ghiaccio

  • Scorza di arancia per guarnire

Preparazione:

  1. Inizia infondendo uno dei rametti di rosmarino nel vino rosso per circa 15 minuti. Questo aggiungerà un leggero aroma erbaceo al vino.

  2. In uno shaker, unisci il gin, il succo di limone, il vino infuso al rosmarino e lo sciroppo di miele.

  3. Aggiungi del ghiaccio e shakera vigorosamente per 20 secondi.

  4. Filtra il cocktail in un bicchiere tumbler basso pieno di ghiaccio.

  5. Guarnisci con il rametto di rosmarino rimasto e una scorza d'arancia espressa (strizzando leggermente la scorza sopra il bicchiere per rilasciare gli oli essenziali).

  6. Servi immediatamente e goditi la combinazione armoniosa di sapori.



In definitiva, il mondo della mixology e quello del vino hanno molto da offrire l’uno all’altro, una sinergia che può’ arricchire  l’offerta dei locali, e contribuire anche a diffondere una maggiore cultura del bere consapevole e raffinato. 


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