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Vini dealcolizzati e parzialmente dealcolizzati: l’Italia entra in scena


L’Italia, sta per introdurre una normativa rivoluzionaria per il settore enologico.

Il nuovo decreto del MASAF infatti si allinea al regolamento europeo UE 2021/2117, che consente la produzione di vini dealcolizzati e parzialmente dealcolizzati.

Un passo che mira a soddisfare una crescente domanda di prodotti a basso contenuto alcolico, rispondendo alle esigenze di un mercato globale sempre più diversificato.



Il contenuto del Decreto: regole per la produzione

Il decreto stabilisce norme precise per garantire trasparenza e qualità nella produzione e commercializzazione dei vini dealcolizzati. Di seguito, i punti principali:


1. Categorie di vini dealcolizzati

  • Vini dealcolizzati: contenuto alcolico inferiore allo 0,5%.

  • Vini parzialmente dealcolizzati: riduzione dell’alcol, con un minimo del 3,5% al 5% in base alla categoria.


2. Restrizioni

  • Esclusione dei vini DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta) dai processi di dealcolizzazione, per preservare la tradizione e la qualità.


3. Metodi di dealcolizzazione

  • Consentiti solo processi naturali come distillazione o evaporazione sotto vuoto.

  • Vietato l’uso di zuccheri o aromi artificiali.


4. Gestione dell’alcol estratto

  • L’alcol rimosso sarà destinato esclusivamente ad usi industriali, in conformità con norme fiscali specifiche.


5. Etichettatura trasparente

  • Chiare diciture come “dealcolizzato” o “parzialmente dealcolizzato” per informare i consumatori.


6. Stabilimenti autorizzati

  • I processi di dealcolizzazione dovranno avvenire in strutture certificate e dotate di licenza fiscale.


Un mercato in crescita: i Paesi leader

Diversi Paesi hanno già abbracciato il mercato dei vini dealcolizzati e parzialmente dealcolizzati, con successi significativi.

1. Francia

  • Crescita del mercato dei vini no e low alcol a 166 milioni di euro nel 2021.

  • Focus sull’export e sull’innovazione tecnologica.

2. Germania

  • Tra i pionieri nella dealcolizzazione, con una forte sensibilità del mercato interno ai temi della salute.

3. Spagna

  • Elevata produzione orientata all’export, in particolare verso America Latina e Asia.

4. Stati Uniti

  • La California guida il settore con un mercato stimato in 1,6 miliardi di dollari entro il 2025.

5. Australia

  • Investimenti significativi per soddisfare la crescente domanda asiatica.


I consumi mondiali di vini dealcolizzati

Il consumo globale di vini a basso o nullo contenuto alcolico è in rapida crescita, trainato da un’attenzione maggiore alla salute e al benessere.

  • Europa: Francia e Germania guidano il consumo, con un mercato combinato di oltre 260 milioni di euro.

  • Stati Uniti: Il 45% dei consumatori riduce il consumo di alcol e cerca alternative a basso contenuto alcolico.

  • Asia: Crescita annuale del 12%, spinta da una popolazione giovane e attenta al benessere.

  • Medio Oriente: Mercati come gli Emirati Arabi Uniti richiedono opzioni non alcoliche per motivi religiosi.


L'Italia e la sfida dei vini dealcolizzati

1. Opportunità per i produttori

  • Nuovi Consumatori: Vini dealcolizzati possono attirare giovani, persone attente alla salute e chi evita l’alcol.

  • Mercati Emergenti: Medio Oriente, Asia e Nord America rappresentano grandi opportunità.

  • Innovazione: Offrire nuove opzioni senza sacrificare la qualità.

2. Limitazioni per i vini tradizionali

  • L’esclusione dei vini DOP e IGP dal processo di dealcolizzazione preserva l’integrità dei prodotti iconici

3. Educazione del consumatore

  • Integrare il concetto di vini dealcolizzati nella cultura italiana, senza compromettere la percezione della qualità.



Il decreto sui vini dealcolizzati rappresenta un ponte tra tradizione e innovazione per il settore vinicolo italiano.

Mentre i vini DOP e IGP restano intoccabili, si apre una nuova strada per i produttori di vini comuni, consentendo loro di competere in un mercato internazionale emergente.

Punti chiave:

  • Equilibrio: innovazione senza compromettere le radici culturali.

  • Opportunità: espandere la presenza del vino italiano in nuovi mercati.

  • Sostenibilità: processi rigorosi per garantire qualità e autenticità.


L’Italia è pronta a giocare un ruolo da protagonista nel segmento dei vini no e low alcol, dimostrando che tradizione e modernità possono convivere armoniosamente.


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